La metodologia scientifica che utilizzo è derivata dall’approccio Strategico del Mental Research Institute di Palo Alto (CA) e dall”approccio interazionista (G.H. Mead, E. Goffman, ecc), all’interno della matrice epistemologica  costruttivista.

Tale metodologia ha consentito di sviluppare particolari forme di psicoterapia Strategiche Interazioniste, denominate PSICOTERAPIE TIB

Le Psicoterapie TIB sono molto diverse dalle psicoterapie tradizionali, che come noto sono basate su lunghi percorsi di analisi e aumento della consapevolezza.

Le Psicoterapie TIB permettono di ottenere in tempi brevissimi la risoluzione di gravi problemi psicologici.  La maggior parte dei numerosi disturbi psicologici vengono trattati in un massimo di 10 sessioni, con una media di 7,5 sessioni per ogni trattamento. Solo alcuni disturbi più gravi e pervasivi richiedono un numero di sessioni superiore (Disturbi di personalità, Disturbi Psicotici,  Dipendenze, alcuni tipi di Parafilie e alcune forme di Disturbi Alimentari)

Le Psicoterapie TIB sono applicate senza ricorrere all’ausilio di psicofarmaci, e anzi molto spesso consentono di  sviluppare quelle capacità psicologiche necessarie per poter eliminare, con la dovuta gradualità, gli psicofarmaci che eventualmente una persona sta prendendo.

Le Psicoterapie TIB hanno ridotto drasticamente la probabilità di ricadute che generalmente incombe su chi ha fatto una psicoterapia.

Le Psicoterapie TIB hanno una caratterstica che le rende uniche: se al termine delle 10 sessioni previste per la risoluzione della maggior parte dei Disturbi, il paziente non riporta il miglioramento concordato all’inizio della terapia, può continuare gratuitamente fino al raggiungimento dell’obiettivo concordato.

 

L’estrema brevità del percorso non deve far pensare ad un trattamento superficiale o temporaneo, in quanto il cambiamento prodotto è un cambiamento strutturale che si mantiene e si consolida nel tempo. La brevità del percorso è pienamente comprensibile se si considerano le tecniche usate per produrre cambiamento: mentre le psicoterapie tradizionali usano la conoscenza di sè per cambiare il sistema psicologico, lavoro questo che inevitabilmente richiedi anni, le terapie strategiche intervengono sui fattori che alimentano e mantengono il problema nella fase attuale, attraverso precise e specifiche tecniche che in poche sedute “rompono” il meccanismo problematico e producono la ristrutturazione del sistema.

Le Psicoterapie TIB rappresentano una valida alternativa ai lunghi percorsi delle psicoterapie tradizionali, sia per gli adulti, sia soprattutto per i bambini e gli adolescenti.

I disturbi sui quali abbiamo collaudate procedure di intervento sono molti, e per una rassegna esaustiva si veda la sezione “Aree di intervento”. 

Ora qualche cenno storico per comprende a fondo la metodologia Strategica Interazionista.

Il paradigma Strategico si è sviluppato alla fine degli anni ’60 al “Brief Therapy Center” del Mental Research Institute di Palo Alto (CA), per opera di un gruppo di psicologi clinici Americani, tra cui Paul Watzlawick, John Weakland, Richard Fish, Jay Haley ed altri, ed è stato ripreso in Italia da G. Nardone.

In origine, i ricercatori del MRI erano accomunati da un forte interesse per le innovazioni apportate dalle teorie sistemiche (Don Jackson) e per le innovazioni introdotte da Milton Erikson nei setting clinici, e alla fine degli anni ’60 fondarono il Brief Therapy Center, un centro di ricerca clinica, perseguendo lo scopo, allora eretico, quasi provocatorio, di ricercare tutte le tecniche possibili per risolvere definitivamente i problemi psicologici delle persone in un massimo di 10 sedute. Va ricordato che fino a quel momento, tutti gli approcci psicoterapeutici (a parte quelli comportamentisti appiattiti su logiche di modellamento), erano focalizzati sullo stesso obiettivo di aumentare la consapevolezza del paziente per produrre miglioramenti. I ricercatori del “Brief Therapy Center”, partendo proprio dai limiti evidenziati da questi approcci psicoterapeutici in oltre mezzo secolo di pratica, avviarono questa ambiziosa ricerca.

Gli esiti di questo progetto di ricerca si rivelarono straordinariamente fruttuosi e sorprendenti, tanto che il paradigma Strategico divenne una rivoluzione copernicana nel campo delle psicoterapie, non solo per aver ridotto radicalmente la durata dei trattamenti, ma per aver modificato la natura stessa delle psicoterapia, l’oggetto, gli strumenti e le teorie su cui si fonda il sapere psicoterapico. Nella fattispecie cambiarono le fondamenta della clinica psicologica, adottando di fatto l’imperativo estetico di von Foerster “Se vuoi vedere, impara ad agire”, il quale in termini clinici diventa “se vuoi vedere diversamente, impara ad agire diversamente.

I ricercatori del MRI dimostrarono che il ruolo della consapevolezza delle cause di un problema, cioè l’insight, non è utile al fine di rimuovere il problema stesso.

Dimostrarono inoltre che un problema psicologico può essere visto come un circolo vizioso: nella fattispecie dimostrarono che uno dei fattori più determinanti nell’alimentazione e nel mantenimento del problema sono le tentate soluzioni agite dalla persona stessa per risolvere il problema.

Dimostrarono infine che per risolvere un problema è necessario rompere il circolo vizioso modificando proprio quei processo che lo alimenta e mantiene, attraverso la somministrazione di specifiche prescrizioni.

In sintesi dimostrarono che un problema, anche se radicato in profondità, anche se molto complesso, ampio e di lunga durata, può essere risolto con tecniche apparentemente semplici in un tempo molto breve ( meno di 10 sedute).

L’approccio Interazionista, così come si è sviluppato dai contributi di autori quali G.H.Mead, fino a E. Goffman, ripreso in Italia da A. Salvini, rappresenta un corpus di conoscenze strategicamente cruciale in ambito clinico, in quanto è focalizzato sui processi interattivi che determinano la formazione e il cambiamento dell’identità, cioè del sistema psicologico che rappresenta l’individualità di ogni persona.

Partendo dal contributo di Mead, secondo il quale una mente, non può esistere entro un cervello ma tra almeno due cervelli in interazione, passando per le successive teorizzazione della cosiddetta Scuola di Chicago,(Interazionismo Simbolico), fino alla straordinarie analisi di Goffman secondo il quale gli uomini sono “trafficanti di identità”, l’approccio interazionista fornisce una mappa concettuale essenziale per sviluppare tecniche strategiche al fine di ottenere cambiamenti strutturali, e non semplici cambiamenti superficiali (proprio quei cambiamenti che ispirarono i ricercatori del MRI, i quali partirono proprio da questo punto identificando i cambiamenti strutturali come cambiamenti di tipo 2, in contrapposizione ai cambiamenti transitori di tipo 1).

In sintesi l’approccio Strategico, integrato con l’approccio Interazionista, permette di sviluppare tecniche brevi per ottenere cambiamenti duraturi del sistema psicologico degli individui